Lose the map

Welcome to LoseTheMap - Prima un diaro di viaggi nel continente Asiatico, poi racconti suburbani di vita a Mosca, ed ora in family-life a Berlino - ENGLISH VERSION

Saturday, October 16, 2010

Europa

Dimensioni parallele sviluppano pacificamente il loro corso, prescindendo tra di loro ed al contempo allacciandosi in un ciclo infinito.

Storie di una dimensione si espandono e intaccano la dimensione successiva, altre vengono totalmente ignorate; altre ancora vengono addirittura giudicate, interdimensionalmente parlando.

Arrivera' un tempo in cui tutto sara' percepito diversamente da oggi, tutto sara' superato. Ed allora rideremo di quel che e' stato e di quanto ci siamo tenuti a cuore cose che, in fondo, non hanno valenza.

E poco importa allora se il cerchio e' stato chiuso, la missione completata, la partita finita, se il figliol prodigo e' tornato e se e quando ripartira'.

L'ultimo chilometro e' stato un divertente spin:
Con l'Iran ho lasciato alle spalle molto, letteralmente un continente, psicologicamente una life-session.
Attraversare i confini a piedi da' sempre la sensazione di andare nell'altra direzione in cui sta andando il mondo.
Mi piace equilibrare un po' il pianeta.

Mi ritrovo in Armenia, un bel paesino del Caucaso. Il primo del globo ad abbracciare il Cristianesimo come religione di stato. Da dove puoi vedere l'arca di Noe', quella vera, e puoi ammazzarti di cognac e vodka ed ammirare gonne e forme femminili, dimenticandoti in un sorso tutto quel che l'Islam ti ha lentamente insegnato.
Incontro bella gente dai nomi pittoreschi tipo Gregor, Edgar, Adam, Moses, che canta Toto Cutugno e Celentano, che brinda ai paradossi soviet-evangelici in una terra che in tutti i sensi e' a meta' tra Europa ed Asia.

L'ultimo obiettivo del ragazzo dall'Oriente e' il ritorno a Mosca, da colei che ha tenuto accesa la fiamma e brillato in cielo per 24 lune.
Come Dante necessita di Beatrice e Ulisse di Penelope io la mia Asya me la sono andato a riprendere, attraversando letteralmente mezzo mondo.

Sono quindi in Georgia, che con la Russia non c'e' proprio quella bella amiciza, e provo ad infilarmi tra Ossezia e Cecenia (zona tranquilla eh) sperando di passare inosservato e ricevere cosi l'ultimo agoniato timbro sul passaporto.
Un musicista diretto a Vladikavkaz, Russia, mi da fiducia ed eccomi alle 7 del mattino del 1 giugno bello pimpante a battere i denti tra i venti del bel panorama offerto dal Caucaso sperando di trovarmi nella madrepatria entro pochi minuti.
Speravo che una dose di buon Karma fosse con me ed invece la lezione da imparare e' un'altra: Pazienza.
Motivi geopolitici, guerre e risentimenti idealistici mi impediscono di attraversare il confine, zero discussioni permesse. La gente continua ad odiarsi anziche' far vincere la vita.
Lo stesso giorno quindi, sbuffando, anziche' entrare in Russia entrero' in Turchia, per prendere una nave da crociera che mi porti sulla sponda nord del mar Nero. Buffo il mondo.

La burocrazia sovietica non da vie di fuga, i ritardi si accumulano e finalmente dopo 14 ore di autostop, 48 di nave e 29 di treno arrivo esultante in piazza rossa, 3 giorni dopo, con un tappeto di fuochi d'artificio sul Cremlino, arcobaleni e raggi di sole, ole'!

Capitoli di vite nuove si aprono, storie personali e storie di tutti, in fondo la mia storia e' la tua storia, cambiano solo i luoghi ed i nomi dei personaggi.

Sto per rientrare nella vera e vecchia Europa, dopo due anni di perenigrazione asiatica.

La gradualita' del viaggio in autostop come sempre rende il passaggio meno shockante e ricco di sfumature; la dimestichezza col russo, dal Caucaso ai Baltici, mi permette abbondanti conversazioni con camionisti ai quali suono come un pazzo a piede libero.

Varsavia, Berlino, Amsterdam, Bruxelles, Vienna, Rubiera.

Europa.
Ordine, silenzio, liberta', individualismo, igene, tutto quel che e' stato.
Come guardare lo stesso film qualche anno dopo, quando non ti importa la trama ma ti concentri sui dettagli.
Gente che guida, che va a lavorare, gente non interessante, a cui non interessi.
Certezze, obiettivi, lotte, desideri, speranze, futuro migliore.
Questa e' la trama, questo e' quello a cui ci aggrappiamo, visto che tutto il resto c'e' gia', abbondantemente.
Una trama da rivedere, direi.

Sono io a casa mia. Sono io? A casa mia?

Piombo come un alieno tra coloro i quali furono i miei simili...
- Oh allora tutto bene?
- Mo' si dai, abbastanza!
- Com'e' stato il viaggio?
SBAAAAAM universi paralleli che si aprono, vite intere vissute in uno sguardo, la gioia dell'essere, del vivere, adrenalina.
- Eh bello, una bella esperienza dai
- E adesso cosa fai?
- Come scusa?
- E adesso cosa fai?
- Come scusa?
- E adesso...

E adesso osservo i miei simili, cercando qui, come allora, quella sensazione, la primordiale percezione.

E adesso osservo i fenomeni migratori con occhi nuovi e mi compiaccio nel vedere colori diversi incrociarsi nella mia cittadina.
Ascolto le buffe storie, le lamentele. Chi fu contento, lo disse e lo rimase?
Vedo generazioni che si susseguono e la parola integrazione che si espande.
Molti non reggiani sono gia' molto piu' reggiani di me.
Reggiani impauriti si chiudono nelle macchine e case mentre stranieri prendono legalmente possesso di spazi aperti grazie ad energia nuova, non viziata, desiderosa di vita
Saluto le mie fazioni china, indo, afro, arab, due parole in ogni lingua e sorrisi globali che fanno le realta' locali piccoli mondi girare intondo.

Cosa succede ora a Ulan Bator, Pechino, Tokyo, Yangon, Bangkok, Kuala Lumpur, Calcutta, Bombay, Tehran?

Dimensioni parallele che si intersecano, ecco cosa succede.

Dimensioni parallele che formano il gigante parallelismo chiamato pianeta, attorno al quale ruotiamo, intaccando, ignorando, giudicando

Il prossimo step evolutivo e' quello di rimanere parte di queste dimensioni, gioirne interiormente e non lasciarsi intaccare dalla forma, non ignorandone l'energia e soprattutto non giudicandone il risultato.

Se e' vero che nulla vale per sempre, ma tutto e' in costante trasformazione, anche questo viaggio in realta non ha ne' capo ne' coda, ma e' parte del tutto, non e' piu' un cerchio ma una spirale che si avvita infinitamente.

Ad ognuno il suo viaggio, ognuno la sua vita. Godetevela.

Senza piu' concentrarci su passato ne' futuro, senza impegnarci in definizioni ed etichette.
Un eterno presente e' quello che ci circonda, da sempre, e sempre sara'.

1 comment:

jamann said...

Spero di vederti presto.
Cmq hai ragione. Non c'รจ una fine o un inizio. E' semplicemente VITA. E allora viviamola questa vita! (cazzo!)