Lose the map

Welcome to LoseTheMap - Prima un diaro di viaggi nel continente Asiatico, poi racconti suburbani di vita a Mosca, ed ora in family-life a Berlino - ENGLISH VERSION

Tuesday, March 17, 2009

Birmania (Myanmar)

Foto: http://picasaweb.com/lostconversation/Burma

8 mesi fa, prima della partenza, dissi a mio padre: "Vai tranquillo babbo, in questo viaggio seguiro' sempre itinerari turistici e non andro’ mai in posti pericolosi, non andro’ micca a finire in Birmania!”.
Ed eccomi, spavaldo, e col nonno Willy che mi sostiene a distanza, al check in per Yangon, ex capitale della Birmania.

La storia e’ molto semplice: dopo essere stata una provincia dell’impero coloniale britannico insieme all’India, dal 1962 e’ governata da un regime militare dittatoriale: legge marziale, quella vera.
Nell’ 89 il nome e’ stato cambiato in Myanmar , ma a noi che i regimi non ci piacciono, tanto meno quelli militari, manteniamo il nome Birmania (Burma in inglese), alimentando la protesta, ok?

Qualsiasi voce di opposizione democratica viene puntualmente ammutolita e le mega manifestazioni pacifiche svolte nell’ 88, 97 e 2007 sono culminate in bagni di sangue degni di TienAnMen, dove i giovani militari di Yangon e Mandalay sono stati costretti a sparare sulla folla (monaci, studenti e probabilmente le loro famiglie radunate in piazza); chi tentennava mostrando umanita’ veniva a sua volta arrestato e sostituito da altri giovani poverissimi ed ignoranti provenienti dalle isolate campagne, che felici di avere un M-16 o AK-47 tra le mani giocano alla guerra ottenendo cosi una grottesca rivincita contro i ricchi e acculturati studenti universitari...

Questo scempio accade oggi, nel presente, non e’ storia; e tutt’ora il regime del terrore fa si che qualsiasi gesto o parola sbagliata crei il sospetto di cospirazione e, nel migliore dei casi, l’imprigionamento...
Gli intellettuali e studenti sono costantemente sotto tiro dei cecchini e chi parla troppo con gli stranieri deve guardarsi bene le spalle ed evitare le parole tabu’.

Mi chiedo cosa c’e’ dietro a questa lucida follia orwelliana (che fu profeta scrivendo “Burmese Days”, “Animal Farm” e “1984” negli anni 40), non posso credere che un brigadiere e un sergente si siano inventati questo pandemonio da un giorno all’altro; poi mi rispondo: la Birmania e’ il produttore n.2 di Oppio al mondo (n.1 Afghanistan), sapientemente smazzato da Cina Russia, col tacito benestare degli Usa (in fondo a tutto ci sono sempre loro, sempre, e il loro timore verso la Cina e’ in crescita costante), che in cambio riforniscono di armi e industria pesante, quindi mentre in medio oriente le guerre “democratiche” si riproducono qui non c’e’ nemmeno bisogno dell’alibi...

Quello che si vede nella everydaylife e’ un gioco di guardia e ladro ambientato in un contesto paradossalmente esotico e tristemente felice.
I burmesi rimangono inchiodati all’angolo soffocati e impotenti nelle loro tradizioni contadine secolari; intanto continuo a chiedermi come certa gente possa dormire la notte, ai piani alti e circondati dal lusso...

Io come turista ho portato in Birmania un po’ di male e un po’ di bene: una 50ina dei miei dollari sono finite nelle tasche governative sottoforma di “tasse per la sicurezza degli stranieri”, in compenso ho prestato entrambe le mie orecchie alle tante voci bisognose di ascolto, ho portato sorrisi e risate, ho stretto amicizie, ho mostrato il lato umano a chi vive sotto assedio, dove il tuo vicino e’ una spia e ti spara alle spalle.

Potrei scrivere altre 10 pagine html di schifezze viste, lette e raccontatemi in diretta, ma sto diventando logorroico quindi passo all’azione, raccontando le mie 4 settimane birmane:

Purtroppo non ho fatto compravendita di mezzi di trasporto (dopo aver venduto lo skate ad un teenager di Bangkok!), e passare dal viaggiare in skate e barca a remi ad un areoplano e’ stato un cambiamento drastico, ma non ho avuto scelta, tutti i border crossing sono chiusi per via di scontri tra ribelli e smazzamenti oppiacei...

Pensate che New York sia la metropoli, la multiculturalita’ definitiva?

No no, sbagliato, Yangon e’ il vero meltin’pot!
Bianchi, neri, gialli e rossi: burmesi, cinesi, indiani, bengali, cingali, pakistani, nepali, buddisti, animisti, hinduisti, mussulmani, ebrei e cattolici tutti in un metro quadrato!

“Hey Brother! Change money! Taxi! My friend! Drink tea! Want girl?” Una passeggiata per le vie di Yangon e’ un trip di odori, puzze, polvere, sporcizia, colori, suoni, casini, urla, tuniche e turbanti, l’esperienza che aspettavo!
Una citta’ bella grossa, dove vecchietti vendono dubbie pietanze ripiene di mosche di fianco a moderni coffee shop, dove indiani scalzi vendono prodotti hitech, dove il pattume e’ decorativo e scenografico!
Un bel tuffo a pie’ pari in questo mondo, sotto un caldo inaccettabile tanto che fare la doccia e’ controproducente, tanto vale abituarsi e gestire al meglio lo strato di sudore-polvere-smog-sporcizia che si crea tra te e il resto del mondo, sperando che non si creino ecosistemi strani!

Dopo questa esperienza polisensoriale si parte in “hitchin’ a ride”: il primo obiettivo e’ andare a vedere la nuova capitale costruita 3 anni fa nel mezzo del nulla a 6 ore da Yangon:
NayPyiTaw (pronuncia NiPiDo) e’ al riparo da tutto e tutti, inattaccabile, dove vivono solo i militari e tutti i governativi, dove la corrente funziona 24 ore al giorno (in tutto il resto del paese no, tanto che tutti hanno generatori a benzina e spesso noleggiano la corrente dai imprese cinesi), e dove gli astrologi hanno stabilito essere il punto perfetto sul quale far nascere la capitale “Di una nuova societa’ perfetta, di una nuova razza...”, inquietante.

Nessun autobus ci arriva, e nessuna guida turistica ne parla, nessuno ci vuole andare. Io mi incammino, come un matto, sotto il sole cocente lungo la surreale, lunga e deserta strada che porta a NayPyiTaw.

Mi sembra di entrare a Pyongyang, in Korea del Nord.
Non mi stupirei di vedere, dietro una duna, una testata nucleare, o un caccia bombardiere nascosto tra i cespugli. Vengo fermato da 3 posti di blocco e in entrambi i casi gli sbirri, stupiti quanto me dell’incontro, mi chiedono dove stracazzo staro’ andando: io borbotto, gesticolo, fingo naturalezza e riparto.
Lo sbirro comunica al walkie talkie il mio arrivo in citta’.
Inizio a sentirmi un latitante.
Per fortuna arriva una betoniera con dei burmesi ok che mi danno un passaggio fino al loro luogo di lavoro: la costruzione del nuovo palazzo governativo, un immenso, no di piu’, fottutamente immenso palazzo in cemento in costruzione che spicca dal nulla, che sovrasta le capanne di palma in cui vivono gli schiav... ehm, operai, raggiungibile solo da un ponte (per ora non levatoio) che attraversa l’enorme fossato che separa il palazzo dal resto del mondo.
Ci metteranno i coccodrilli? E’ maestoso, imponente, bello, mi ricorda il Reichstag ma ingigantito e coi tetti a punta.
Miiiiinchia dove cazzo sono finito? Verro’ arrestato?



Mentre una certa paura mi rimbalza in gola c’e’ anche una certa adrenalina, e faccio piu’ foto possible, prima che arrivi un ceffo in motorino: “Hey you?””Yes?””No photo””Ok my friend, thankyou!” Uhf, andato, salvo, per ora.
Un altro motorino mi porta nella city vera e propria: un groviglio di tangenziali a 4 corsie in the middle of nowhere, colate chilometriche d’asfalto che separano il nulla dal nulla, mentre il sole sembra sciogliere il panorama. Sto sognando? Allucinazione? Miiiiiiinchia!
Finalmente le prime case, costruite con orribile materiale cinese, tutte uguali, con colori osceni, ognuna con filo spinato e lanciarazzi (no scherzo), ognuna con filo spinato e mille antenne, interi quartieri orribili e deserti, nessuno che cammina, nessuno che vive, dove cazzo sono tutti? Uomini o automi?
Ah li vedo, sono tutti nella piazza centrale a bere the bollente, oggi d’altronde e’ domenica.
La piazza piu brutta e triste d’Asia, dove tutti mi squadrano e borbottano. Io mi sparo un succo alla canna da zucchero ghiacciato, buono, fresco, e scruto l’ambiente.

Qualcuno mi parla, non so se e’ un infiltrato, una talpa o che, ascolto e mi limito ad annuire.
Un uomo mi siede di fianco e mi dice che odia questo posto e che e’ stato costretto a trasferirsi qui 3 anni fa da Yangon, con tutta la sua famiglia. Poi se ne va.
Il disagio cresce.
In qualita’ di primo turista del 2009 decido di regalarmi la t-shirt “Rememberance of NayPyiTaw”.
Cerco alloggio per la notte e scopro che l’unico disponibile e’, manco a dirlo, un mega hotel filogovernativo da 20 dollari a notte (tantissimo in Asia, mai pagato piu’ di 5 dollari), per cui lascio la capitale con un sospiro di sollievo e scelgo l’opzione “treno notturno verso nord”.

Viaggio che mi ricorda la storica tratta Pechino-Pingyao con gente ammassata ovunque che cerca di dormire, con meno sporcizia ma piu’ sballottamenti, un treno-dondolo: ti culla mentre ti manda all’inferno!

Anyway, sbadigliando arrivo allo splendido Inle lake, un lago ad alta quota circondato da montagne, dove accantono i focolai rivoluzionari e gli schifi militari e mi godo loro, i burmesi, nella loro semplice vita di pesca, remando con un piede mentre con le mani tirano la rete, in bilico sull’altro piede: dei funanboli!



Altri funny lifts su moto e camion e arrivo nel cuore della Birmania. Nella polverosa Mandalay trovo gli esuberanti Moustache Brothers e chiacchero con monaci e amici locali, mentre sfido tempeste di sabbia degne del Gobi. A volte il gia' citato strato di sudore-polvere-smog-sporcizia e’ davvero ingestibile...
Tutto il paese e’ pieno zeppo di pagode, soprattutto sulle cime delle montagne, queste terre sono piene di spuncioni dorati che riempiono il paesaggio. I birmani ci credono un sacco, sono devoti buddisti fino all’estremo, puntano tutto il fato sulla prossima vita, li capisco!

Tomo tomo cacchio cacchio arrivo a Monywa in impennata e scopro con gioia 2 Budda enormi, il primo sdraiato e il secondo in piedi, alto piu di 130 metri! Molto piu’ maestoso di quello di Leshan in Cina, e al suo interno (!) 25 piani camminabili (per ora terminati solo 5), raffiguranti scene dell’inferno buddista (passaggio tra una vita e l’altra), nel quale non vi auguro di finirci: gente tritata, lacerata, fatta a pezzi, sbudellata…. Miiiiiiiinchia!!

Poi a Bagan, dopo aver visto un altro milione di templi e pagode, e’ ancora tempo di avventure: conosco dei giovani burmesi i quali mi invitano ad un evento per me incredibile: NAT worshipping festival: venerazione e offerte ai Nat, gli spiriti che, secondo le antiche credenze burmesi prebuddiste, animano tutto quel che ci circonda! Un po come gli sciamani e gli animisti si venerano gli spiriti assicurandosi la loro protezione e la loro fortuna.

Quindi mi trovo, 4am, pronto ad imbarcarmi insieme ad una tribu di 80 burmesi, uomini donne giovani vecchi bambini, range 1-70 anni, in direzione nord, verso il piccolo villaggio dove si svolgera’ il vero festival.

Sulla oscillante barca tutti sono bellissimi: uomini indossano camicia a maniche corte e longji, il tradizionale mantello che copre le gambe annodato sulla vita che tutti i burmesi portano quotidianamente; le loro bocche hanno costantemente delle macchie rosso scuro e dai loro sorrisi sdentati e macchiati di sangue uno puo' supporre che abbiano appena sbranato una zebra nella giungla: invece e' colpa del betel, la liquirizia locale, una sostanza amara rossastra che tutti masticano e sputano a catena come i giocatori di baseball!

Le donne sono semplici e bellissime nei loro vestiti a fiori; usano thanaka, una crema giallastra, ottenuta da un legno, che tutti, uomini e donne, usano a tonnellate come trucco e come protezione dal sole: il risultato sono bellissimi decori sui visi e sulle braccia, esotici all’infinito, soprattutto sulle guanciotte paffute dei bambini e sui dolci visi femminili. Ah, quanto esotismo!

Io sono di gran lunga il piu’ sporco a bordo (non mi aspettavo tutta questa pulizia!) e con un po di compassione il mio amico MaoMao (fratello della bella MiMi) mi da una camicia e un longji puliti: sono un Burmese! Sono pulito!
L’inglese dei Burmesi e’ il migliore di tutti i paesi che ho visitato fin’ora, ma sembra che confondano un po’inglese e spagnolo: I loro “Yes, Nos, Thankyous” sono grasse risate gratuite che incasso volentieri!

Si parte: dalle 8 alle 11 del mattino una donna sui 30 inizia i veneramenti sulla barca, offrendo cibo, bevendo, fumando, ballando e cantando sotto la musica furente proveniente dai rozzi megafoni in dotazione. Dopo queste 3 ore la donna avra’, senza esagerare, bevuto una bottiglia di rum e fumato almeno 60 sigarette (rigorosamente 2 alla volta), e donato tutto il cibo agli 80 commensali me compreso, i quali ruttando ringraziano gli spiriti!



Tra la musica caotica, il rumore del motore della barca e il suo oscillio, i canti i balli e un po’ di rum bevuto sono completamente stordito e in trance spiritica insieme alla mia crew di pazzi! Fantastico, e il bello deve ancora venire perche’ la sera, dopo 12 ore di barca controcorrente, si arriva al villaggio, e non siamo gli unici! Flotte di barche arrivano in continuazione e per tutta la notte da ogni dove, stracolme di burmesi in party-mood festanti, traballanti e pieni di rum. Le vere offerte sono gestite da un gruppo di uomini travestiti da Nat che accettano le offerte pecuniarie e alcoliche ricambiando con balli euforici.
Il pubblico e’ in delirio e tutti ballano e pogano sotto la luna piena in un’atmosfera che…. Boh… non riesco a definire, Folle? magica? stregata? Se solo capissi mezza parola di quello che dicono, mannaggia!!

Un bel sacrificio umano sarebbe la ciliegina sulla torta dell’evento, ma a quanto pare rimane un po’ di sale in zucca a questi indigeni!

La notte dormo, o meglio ci provo, sul tetto della barca, con l’eco delle musiche che mi fischia nelle orecchie e che continua fino al mattino! E l’indomani sulla via del rientro scoppia la rissa: due burmesi, storditi dal rum, non riescono a decidere pacificamente chi e’ il vincitore della partita di carte appena terminata e il risultato e’ che tuuuuutta la barca si mobilita per dividere i due contendenti, tra urla, lacrime e cazzotti che volano!
Io mi defilo a lato e faccio finta di niente (mai immischiarsi negli affari dei locali) e dopo poco la rissa e’ sedata; il bilancio e’ positivo: un solo ferito lieve.

Che bazza, signori!

Quindi ora ho anche la protezione degli spiriti, non mi ferma nessuno!

Chiudo l’esperienza birmana con un po’ di mare, sulla baia del Bengali. Burmesi in vacanza (qui e’ estate fino a giugno) fanno il bagno completamente vestiti (!) per via del conservativismo estremo, e io passo le ultime serate con brillanti simposi in francese con una simpatica coppia di 60enni parigini in pensione(un po’ come me!). E infine incontro Jack, anche lui over 50, che mi racconta di quando 20 anni fa era nelle Filippine e ha fatto la comparsa nel film “Apocalipse Now”! Roba da matti!

Yes, questa e’ la mia Birmania, dove lontano dalla merda politica ho fatto un’esperienza enorme, ma dove la merda politica rimane e fa paura; spesso mi sono sentito fuorilegge, ed in effetti lo sono stato, secondo le loro leggi!
Dopo aver visto NayPyiTaw mi sembra addirittura, ahime’, che il peggio debba ancora venire, ma spero di sbagliarmi.



Spero inoltre, nel mio piccolo, che con quanto scritto il ricordo degli amici conosciuti in Yangon, Bago, Inle, Mandalay, Monywa, Bagan e ChaungTa rimanga vivo, e che quelli cosi coraggiosi che, sfidando le spie, mi hanno parlato abbiano tanta fortuna quanto coraggio.

Amazing Burma.

Sul volo per Bangokok ho incontrato un fratello col quale ho viaggiato in Mongolia, riportandomi alla memoria gli yak e i cammelli, e vi lascio con una poesia:

Ora mi trovo in Tailandia, a Chiang Mai
E il mio futuro e’ incerto piu’ che mai
Se vuoi sapere i miei piani gia’ lo sai
Collegati tra un mese, e lo saprai!!

Ah Ah, che deficiente!

YOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

Foto: http://picasaweb.com/lostconversation/Burma

6 comments:

Anonymous said...

skeggia! qui nikkio, è sempre bello leggere le "Skeggia Tales"! devo dire che rosico non poco perchè hai avuto veramente due maroni così ad andare anche in Birmania! Quando torni mi tocca romperti il cazzo con 800 domande. Non farti sparare e dimmi qualcosa quando sei nel Reggiano. Ah mi sono trasferito a Sesso! bellaaaaaaaaaaaa

jamann said...

A te Marco Polo "ti fa una pippa"..... Io sonno chiuso in casa da 2 weeks, prigioniero di una gamba massacrata a sciare (rottura tibia + legamenti). Ci vuole pazienza...... E con la stessa pazienza aspetterò la prox uscita del mensile "Skeggia on the road". Le foto come sempre sono stupende (spero che quella della vecchia intenta a fumarsi 1 joint + grosso di lei sia un fotomontaggio.....)Take care.

Anonymous said...

sono rimasta indietro...indietrissimo!!mi aggiorno solo ora delle ultime due fermate, nel frattempo sono rientrata in ufficio e ora la mia vita mi sembra inkasinatissima (poi leggo i tuoi viaggi e mi rendo conto che non cè un kazzo da essere inkasinati)Come stai?la mia piccola (che ieri ha fatto 9 mesi) è bellissima, al momento ha la bronchite ma passerà,e cresce cresce cresce..ma rientrerai prima o poi?che matto che sei ogni tanto penso che in realtà tu ti sia nascosto dentro un armadio a casa tua e ci stai prendendo tutti in giro..che folle!!un bacione mega!!fai a modo!!chicca&clara

Anonymous said...

foto??foto??cioè ci sono delle tue foto in giro??o, è vero che io e la tecnologia ultimamente non andiamo per niente d'accordo, ma non trovare una cavolo di scritta in inglese con scritto foto mi sembra un po troppo..per cui richiamo all attenzione il tuo amico con la gamba massacrata e lo invito ad indicarmi la sezione photos thanks!!chicca&clara

jamann said...

Nella parte iniziale del blog, nella sez. "LINKS", trovate: Travel shots: http://picasaweb.google.com/lostconversation La gamba il 01/04/09 è stata in officina e rimessa a nuovo, ma il collaudo durerà almeno 3/4 mesi. Ho aumentato di 3 taglie la misura delle mutante perchè so già che mi verranno "2 maroni così"....... Pazienza.......

sese said...

Ma Marco, seriamente, qualcuno sta pubblicando questa roba? E' stupenda! Non ti dico che effetto fa leggere da questa bolla di sapone in cui viviamo, fatta delle piccole cose di tutti i giorni che ti sembrano enormi, delle tue avventure... Però fa effetto. Fa molto effetto. Sei gli occhi del mondo!

P.s. Adesso devo superare questo trip di eccitazione che mi è venuto a vedere le foto che stai facendo. Però non scherzo, devi trovare qualcuno che pubblichi questa roba. e' straordinaria. Cioè...qualcuno di importante che ti pubblichi questa roba! (A me nel mio piccolo piacerebbe darti una rubrica sul mio giornale ma non ti dico il nome sennò mi mandi a cagare dritto filato. Ma mandami a cagare lo stesso, ovvio che questa roba merita davvero molto. Però ecco..se proprio non ti fa schifo...e vuoi essere pagato molto poco per poter pubblicare le tue storie che sembrano romanzi, ecco. a me piacerebbe). Vabbè, non so come contattarti ma se ti interessa scrivimi su faccialibro). Ah...sono la Sese. Grande Bags...tutta la mia stima (di nuovo e imperituramente)