Lose the map

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Sunday, February 28, 2010

Sud India

Foto: http://picasaweb.com/lostconversation/SouthIndia

Poche avventure ma tanta cultura. Sto invecchiando.
Tutto cio’ che oggi definiamo orientale e’ partito dall’India, quindi ho trovato il mio posto all’ombra osservando e studiando la storia, i millenni che si intrecciano tra Hindu, Buddismo, Islam e Hi-tech.

Si parte da Ellora e Ajanta, dove i primi insediamenti buddisti ebbero luogo qualche secolo dopo gli insegnamenti di Siddarta Gautama aka Buddha nel nord.
Qui i monaci scavarono nella roccia grotte e luoghi atti alla meditazione, dove potevano distaccarsi dal mondo e seguire gli insegnamenti del loro guru senza distrazioni. Queste grotte divennero presto luoghi di culto e i fedeli si riversavano ponendo offerte cercando salvezza terrena.
Buddha enormi nascosti tra le grotte, dove la luce filtra appena, amplificano la misteriosita della ricerca dei nostri antenati, ne esaltano la volonta di rendere omaggio al pianeta e di cercare risposte a domande impossibili.

Col tempo Buddhismo ed Hinduismo si alternano e si mescolano, per cui per capirci qualcosa sevono basi solide.


Niente di piu solido di un tempio gigante scavato totalmente nella roccia, un buco enorme nel quale si erge splendido tempio in onore di svariate divinita Hinduiste, tra cui Lord Shiva, i suoi vari figli e mogli in diversi avatar e reincarnazioni.
Valanghe di turisti indiani si mobilitano in pellegrinaggi e gite scolastiche, per apprendere che secoli addietro la loro civilta era tra le avanguardie globali
I piu fanno offerte e preghiere a Lakshmi, la dea del benessere e ricchezza, ma anche Ganesh con la sua faccia d’elefante e’ sempre ben riguardato.


Dopo questo viaggio nel tempo salto a pie’ pari Goa, con le sue allettanti spiagge e full moon party e mi catapulto in Kerala, nel profondo sud.

Mi trovo all’improvviso nel mondo delle rappresentazioni teatrali e ad assistere a Teyyam, performances nel cuore della notte in cui antichi riti vengono splendidamente portati avanti con colori sgargianti e mascheroni degni di Rio de Janeiro. Niente culi che ballano pero, ahime.
Gente che salta nel fuoco, che si tatua strane icone sul corpo, che suona tamburi martellanti e che canta cori luuunghi e ipnotici.
L’atmosfera e’ davvero magica e mentre mi chiedo quanto e soprattutto perche’ questi sud indiani ci credono cosi tanto un gigante mascherone danzante mi piomba davanti agli occhi e tra le urla della folla si getta sui tizzoni ardenti per dimostrare che il male puo essere sconfitto con la forza del pensiero. Pretty cool man!


Dopo altri balli arrivo in Tamil Nadu, dove i templi Hinduisti sono cosi belli, colorati e pieni di divinita’ che paragono questa religione ad un gioco di ruolo in cui ogni bambino di 8 anni conosce tutto di tutte le centinaia di personaggi.
E anche qui i pellegrinaggi sono roba seria, o almeno sono in voga perche per ogni statua c’e’ un festival e per ogni festival ci sono migliaia di fedeli che attraversano lo stato per rendere omaggio ed essere parte del tutto, da neonati a novantenni, ognuno con la sua taccata stilosa.
E’ pooja time, o tempo di preghiera, e la fila di hardcore Hindu si ammassa davanti all’ingresso del tempio ansiosa di ricevere Darshan, benedizione, e guadagnare qualche karma-point utile in futuro.
Il momento e’ delicato per tutti i pellegrini, un piccolo errore nel rituale puo’ annullare tutto il pellegrinaggio, per cui un po’ di agitazione traspare dalle faccie tonde con gli occhioni neri di questi Tamil, la cui pettinata e’ sempre impeccabile e mi suscita un po’ di invidia.
Ci si avvicina sempre di piu al centro del tempio, si ripone qualche rupia nella proboscite di un elefante (vero!) che, pieno di fiori e body painting, ringrazia il pellegrino accarezzandogli la testa col suo lungo e simpatico nasone.
Finalmente innanzi alla sala principale, dove l’accesso ai non Hindu e’ negato, vedo con la coda dell’occhio l’offerta al Brahmino: tra fiori, latte, noci di cocco e cash in contante ognuno a modo suo si compra crediti; Shiva ringrazia e fa sbatte il suo terzo occhio, avanti il prossimo.

Una volta fuori si e’ tutti piu contenti, belli scalzi e sgangherati ci si merita un bel pranzo in puro indian style, si mangia con le mani su foglie di banana, si beve chai preparato da barman acrobatici, si condivide ogni centimetro di spazio e la musica assordante e un po maranza aggiunge esotismo e positive mood.


Ancora una volta mi cattura il fatto che tante religioni convivono all’unisono, per ogni tempio c’e’ una chiesa Cristiana ed una moschea, una catena infinita di preghiere e cerimonie.

Come sempre il forestiero e’ trattato con riguardo, e mille volte al giorno si risponde alle fatidiche domande: ‘Which country do you belong? – Where is your house? – What place? – Good name sir? – You America? – Africa?

Ilari discussioni di ogni forma e colore, tra cui questa, tra Marco e Ramesh:
(Ramesh da leggere con accento tipo Apu dei Simpsons)
R: What is your name?
M: Marco
R: Which is your country?
M: Italy
R: Oh very nice, what is your age?
M: 27
R: Are you marriage?
M: No, not yet, are you married?
R: No, not yet, I will get marriage in 2016
M: How do you know this?
R: Because... Oh yeah i know in Europe white people believe in love marriage and don’t believe in arranged marriage... (giggling) my family knows me very well and find a good wife for me and I will marry her when I will be 26, and I know she is be my perfect wife because my parents choose her for me, because they know me very well, and they know what is good for me, so I don’t have to worry!
M: Wow, are you sure about this?
R: yes yes for sure, and you? How do you believe in love marriage? If you find a girl and you tell her that you love her, how do you know that she loves you? How do you know that your marriage will be succesfull if you don’t know this girl?
What is the percentage of succesfull marriage in your country? Eh? Eh?

Mi trovo perplesso, i numeri tecnicamente danno ragione al mio amico!

Le donne del sud infatti sono oggetto misterioso, nascoste da metri di sari e gioielli luccicanti, i loro visini delicati si mimetizzano nell’ambiente super-colorato e, siccome la tradizione vede mondi lontani e distinti tra uomini e donne, i matrimoni arrangiati da famiglie sono comuni come pagnotte di chapati, per cui i miei coetanei indiani si ritrovano in branchi, si prendono per mano e vivono la giornata sperando nella svolta, ascoltano musica di Bollywood dai loro cellulari polifonici, trangugiano succhi di frutta e samosas, aspettando il giorno che il padre ci azzecchi nella scelta della moglie!

L’India e’ terra di profeti e tra le centinaia di figure alcune spiccano per saggezza e savoir-fare, i vari Sai Baba, Aurobindo, Vivekananda, Osho portano a loro nome comunita nelle quali hippies globali vengono a cercare un mondo che laffuori non e’ piu’ nemmeno nella fantasia della gente, chi si accontenterebbe nel 2010 di solo spiritualita’ e armonia?
E’ bello pero’ vedere che nel piccolo questi esperimenti funzionano, piu’ o meno, mantenendo accesa la fiamma dell’anima.

Dopo Madurai e altri holy spots a Pondicherry si respira aria francese e a Chennai non si respira proprio, quindi mi muovo verso nord, Andra Pradesh.

Hyderabad e’ la capitale hi-tech della nuova india.
Il centro rimane un groviglio mussulmano di belle moschee, full black burkas, punjabi, capre e street business.
Anupam mi porta in moto nella citta’ nuova e tutto cambia: le strade si fanno larghe, pulite, edifici nuovi, giganti posters pubblicitari, bars e clubs western style con gente che balla e belle ragazze che sfogano la loro voglia di modernita’.
La nuova India, nel poco spazio a disposizione, ha le sue carte da giocare.

Curioso e’ che noi occidentali veniamo in India per conoscere quel che stiamo perdendo: il passato, la storia e una vita non elettrificata, tradizioni sull’orlo del dimenticatoio che furono perno di civilizzazioni intere, stili di vita che ora definiamo hippy perche cozzano contro al modernismo frenetico esponenziale pompato dall’occidente.
I nuovi indiani qui ci sono nati, di certo non scordano quel che han visto ed hanno imparato la lezione benone: trangugiando libri di trigonometria ed e-marketing stanno costruendo l’altra faccia dell’India, quella che guarda avanti, che mira ad essere n.1 al mondo, che lascia il passato al suo posto e costruisce il futuro altrove, mantenendo i due mondi separati ma collegati.
L’apparenza inganna, la poverta’ nelle strade e’ straripante, ma i giovani sono bramosi di rivincita verso il mondo e i loro sogni vengono prima di tutto, ora che tutto e’ possibile.

India e Cina stanno definendo la nuova globalita’ che non puo’ essere piu’ chiamata solo occidentale, perche’ nel loro essere indiano e cinese sta quel che per l’occidentale medio e’ definito esotico e lontano.
Per cui i fratelli asiatici nascono con tradizioni orientali e crescono con televisioni occidentali; nel contrasto risiede il flusso energetico... non ho idea del risultato finale, ma ho il presentimento che l’uomo nuovo dovra’ per forza ri-nascere dall’Asia per trovare stimoli nuovi.

Ogni giorno paradiso e inferno si avvicendano, da sorrisi disarmanti a moribondi inermi, l’india non ti lascia indifferente. La vita continua.

Foto: http://picasaweb.com/lostconversation/SouthIndia

1 comment:

Marcello said...

Mi ero persa questa meravigliosa pagina di resoconto sul Sud India.
La tua chiosa é decisamente azzeccata, anche se non ho mai visitato i posti di cui parli (errore al quale si mettera' fine presto!), e mi sento di condividerne ogni parola.
"Per cui i fratelli asiatici nascono con tradizioni orientali e crescono con televisioni occidentali; nel contrasto risiede il flusso energetico... non ho idea del risultato finale, ma ho il presentimento che l’uomo nuovo dovra’ per forza ri-nascere dall’Asia per trovare stimoli nuovi".

Bellissimo anche il 'colore' che sei riuscito a rendere attraverso le tue parole. Lo stesso colore che pervade le strade che hai visitato e nelle quali hai vissuto.

Keep it going Ske!

Un abbraccio forte

(continuo a leggere i post che mi ero colpevolmente perso!)

M.